Prevale la paura per la tenuta delle banche medie in Usa: azioni in calo.
L’inflazione europea resta troppo alta: ECB pronta ad alzare i tassi.
Stasera la Federal Reserve annuncera’ nuovo rialzo tassi: consensus +0,25%.
Deludono i dati di aprile della manufattura cinese: petrolio giu’.
L’inflazione e’ in risalita nell'Euro-zona e la Banca centrale europea dovra’ alzare i tassi nella riunione di giovedì; le banche Usa sono di nuovo sotto il tiro degli investitori, mentre l’attivita’ manifatturiera in Cina frena inaspettatamente. Intanto cresce l’allarme sul debito pubblico Usa, proprio alla vigilia del meeting della FED (FED-Banca centrale Usa) di oggi, 3 maggio.
In chiusura ieri, 2 maggio, Milano ha perso -1,7%, Parigi -1,5%, Francoforte e Londra -1,3%.
L'inflazione al consumo europea (CPI headline) ad aprile e’ risalita a 7,0%, da 6,9% di marzo, +0,1%. Quella “core”, cioe’ nettata delle componenti piu’ volatili di cibo ed energia, e’ scesa di -0,1% a 5,6%. Nel dettaglio per Paese c’e’ una marcata dispersione: quello italiano e’ molto piu’ alto delle attese, quello tedesco frena piu’ del previsto, ma il punto e’ che l’inflazione europea resta troppo alta.
Banche Usa ancora sotto la lente preoccupata di analisti e clienti: First Republic e’ stata posta in amministrazione controllata da parte dell’organo pubblico di garanzia Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic), ma una bella fetta dei suoi asset, oltre 100 miliardi di Dollari di depositi e 229 di “attività”, sara’ rilevata da JP Morgan.
JP Morgan pagherà US$ 10,6 miliardi alla Fdic, rimborserà 25 miliardi di depositi a “big corporate Usa”, recuperando anche il proprio deposito di 5 miliardi. Fdic fornirà un nuovo prestito quinquennale da 50 miliardi a tasso fisso “di favore”.
Questa buona notizia non ha impedito che ieri sera, 2 maggio, serpeggiasse nuovamente la paura di “effetti/reazioni a catena” sul comparto bancario americano: dopo ripetute sospensioni l’azione PacWest ha perso -28% e Western Alliance -15%, alimentando un sell-off che ha riguardato altre azioni bancarie.
Un altro paio di “bombe” ha colpito le borse ieri, il rallentamento della manifattura in Cina e quello degli ordini all’industria negli Usa hanno infatti innescato un violento sell-off del petrolio, che ha perso, nel caso del WTI (greggio di riferimento Usa), oltre il -4% a 72,6 Dollari/barile.
A far da sfondo a mercati gia’ nervosi anche le dichiarazioni di lunedi’ scorso del Segretario al Tesoro, Janet Yellen: “gli Stati Uniti potrebbero andare in default il 1’ giugno se non sara’ innalzato il tetto del debito”, e l’attesa per le decisioni della FED di oggi. In chiusura Dow Jones e Nasdaq -1,1%, e S&P 500 -1,2%.
Che l’economia Usa stia rallentando sembra suggerirlo anche il 1’ dato anticipatore sul mercato del lavoro: il cosiddetto Jolt, (Labor Departments's Job Opening and Labor Turnover) ha fornito l'indicazione più bassa da 2 anni, con oltre 360 mila posti vacanti da occupare in meno in 1 mese, -3,8%.
Venendo alla giornata di oggi, 3 maggio, l’evento “clou” e’ la riunone di politica monetaria della Federal Reserve, da cui ci si aspetta un aumento dei tassi di riferimento di 25 bps a 5,00-5,25% con la speranza che sia l’ultimo, vista la previsione di frenata dell'economia nella restante parte dell'anno.
Ieri, intanto, la Lending survey della Banca centrale Usa ha evidenziato che i criteri di concessione del credito (credit standard) si sono inaspriti considerevolmente nel 1’ trimestre 2023.
Domani, come noto, sara’ la volta dell’ECB (Banca centrale europea) che probabilmente decidera’ per un innalzamento di +25 punti base a 3,25%: dopo i dati sull’inflazione di aprile non manchera’ chi chiedera’ un rialzo di 50 bps: non resta che attendere le 14.15 CET di domani.
Oggi, 3 maggio, da seguire con attenzione anche i dati relativi all’occupazione di marzo in Europa, oltre che a quelli di aprile nel settore privato (stime Adp). Sempre negli Stati Uniti avremo l’indice Ism (Institute for Supply management) composito e il dato finale del PMI (Purchasing managers index) dei servizi.
Sul fronte politico internazionale, pur in assenza di eventi specifici, cresce la convinzione che sia imminente la controffensiva ucraina nel conflitto contro l’invasore russo. I tempi del confitto si stanno dilatando, l’Amministrazione Usa fatica ad avere l’ok per nuovi aiuti dal Congresso, mentre la Cina si adopera per una rapida svolta che porti ad un “cessate il fuoco”.
I prezzi del petrolio restano deboli e ai minimi delle ultime 5 settimane stamattina sui mercati asiatici ed europei: pesa il timore di recessione in Usa e crescita modesta in Cina. (vedi grafico)
I mercati azionari asiatici sono a ranghi ridotti: chiusi Giappone e Cina continentale per festività e’ prevalso il segno meno: Hong Kong -1,18%, Sud Corea -0,91%, India -0,32%, Australia -0,96%.
Il mercato europeo dei titoli governativi mostra rendimenti in calo, in parallelo a quelli americani. Anche l'agenzia di rating Dbrs ha confermato il rating del debito sovrano' italiano, nel suo caso BBB+ con outlook stabile: il rendimento del BTP italiano benchmark scende stamani a 4,15%, lo spread BTP/Bund e’ stabile a 190 bps.
Borse europee positive, in media +0,7%, a fine mattinata. I future su Wall Street preludono a riaperture invariate. (ore 13.00 CET).
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