Le attuali vicende belliche, l’aumento del costo delle materie prime e la crisi energetica in corso, mettono a dura prova i portafogli degli investitori, inducendo gli avventori e coloro che operano senza un preciso piano d’azione a commettere errori comportamentali di base. In particolare, lo storno dei listini degli ultimi giorni, induce l’investitore non in grado di gestire l’emotività a liquidare posizioni in perdita, uscendo completamente dal mercato, in attesa di “tempi migliori” e magari perdendo alcune possibilità d’ingresso su livelli particolarmente favorevoli.
Non è mia intenzione discutere di materia geopolitica o bellica, ma semplicemente condurre un ragionamento razionale sul comportamento dei mercati e sulle possibili scelte da valutare.
Prendendo in considerazione il mercato Europeo (in questo caso utilizzeremo l’indice Stoxx 600), grafico sotto, possiamo notare un’erosione delle performance dell’indice rispetto ai massimi di gennaio di oltre il 14%. Perdita sicuramente notevole in un arco temporale cosi ristretto, soprattutto considerato che da almeno due anni il mercato ci ha viziato con un solido uptrend.
Ebbene, dietro questo storno, ragionando in termini razionali e da investitori, potrebbero nascondersi delle possibilità per bilanciare in maniera intelligente il portafoglio. Considerate le stime sull’inflazione particolarmente elevate (negli Stati Uniti l’ultimo dato rilasciato è del 7,9%), seppure in ottica d’incremento dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali, il mondo dei bond non sembrerebbe essere attualmente adatto a proteggere il potere d’acquisto di risparmiatori ed investitori.
Un buon piano d’azione in questa fase ha due parole d’ordine: semplicità e resilienza. RESILIENZA in termini di emotività alle oscillazioni di mercato. E’ inutile aprire il nostro broker quotidianamente, saremo solo colti dalla voglia di agire su base irrazionale, in virtù delle oscillazioni quotidiane; SEMPLICITA’: mettiamo da parte “l’arte dello stock picking”, prediligendo l’investimento in strumenti efficienti e diversificati, come un indice mondiale relativo a paesi sviluppati, magari programmando l’ingresso per il tramite di un piano di accumulo. In questa maniera andremo a mediare il nostro prezzo medio di carico. Potrebbe essere saggio pertanto fare uno "switch" da strumenti monetari o assimilabili alla liquidità, per pesare maggiormente l’esposizione azionaria.
Infine, la cosa più importante: seguire la propria pianificazione. A cosa serve studiare per ore i mercati o avvalersi di un consulente, se poi i primi venti contrari, portano ad abbandonare la rotta intrapresa?