I mercati azionari hanno approfondito le correzioni ieri, con gli investitori che sembrano astenersi dall'aprire posizioni rischiose prima della decisione della Federal Reserve di oggi. Il Dow Jones ha perso lo 0,63%, alla nona sessione negativa consecutiva, la più lunga dagli anni '70, anche se certamente non così profonda in termini percentuali. L'S&P 500 è sceso dello 0,46% e il Nasdaq 100 ha perso lo 0,59%, in rallentamento dai massimi storici toccati due giorni fa.

Sembra ampiamente previsto, per la decisione della Fed, un taglio di 25 punti base dei Fed Funds, anche se i segnali che giungono dai diversi aggregati macro restano resilienti in un contesto di inflazione ostinatamente elevata. Le preoccupazioni sono legate al fatto che i rappresentanti del FOMC potrebbero, parlando del 2025, annunciare un rallentamento del processo di ribasso del costo del denaro.

I dati di ieri hanno mostrato che le vendite al dettaglio sono in ripresa, sopra il consensus. Le azioni tecnologiche sono scese per probabili prese di beneficio. Nvidia è scesa del 3% e Broadcom ha ridotto il suo recente rally con una discesa del 5%.

CAMBI STABILI

Sempre trading range e movimenti in contrazione sulle valute. Debolezza estrema per AUD e NZD, così come per CAD, mentre su JPY e Sterlina abbiamo assistito a un parziale pullback. Inutile illudersi che possano esserci fuoriuscite dalle bande di oscillazione di queste ultime due o tre settimane, almeno sulle majors, a meno che la Fed, BoJ o BoE sorprendano il mercato con mosse a sorpresa o dichiarazioni inattese relative alla politica monetaria del 2025 tra oggi e domani.

Noi privilegiamo ancora il biglietto verde, almeno fino a fine anno, e poi dall’insediamento di Trump in poi, qualcosa potrebbe anche cambiare.

快照

USA, ALLARME PRODUZIONE INDUSTRIALE

La produzione industriale negli Stati Uniti è scesa dello 0,1% rispetto al mese precedente a novembre 2024, estendendo la contrazione dello 0,4% di ottobre, il terzo calo consecutivo e soprattutto un dato peggiore rispetto alle aspettative di mercato, che erano per un aumento dello 0,2%. Il risultato è coerente con altri sondaggi che hanno evidenziato una debolezza nel settore manifatturiero statunitense, preoccupato per l’idea dei dazi doganali da parte del neoeletto Presidente, che potrebbero essere reciprocati andando a colpire le aziende USA che esportano.

La produzione manifatturiera, che rappresenta quasi l'80% della produzione industriale, è aumentata dello 0,2% nel periodo dal crollo rivisto dello 0,7% di ottobre. Ciò è stato compensato da un calo dello 0,9% per la produzione mineraria e da un calo dell'1,3% per la produzione e la distribuzione di servizi di pubblica utilità.

ZEW, SEGNALI DI RIPRESA

L'indicatore ZEW del sentiment economico per la Germania è balzato inaspettatamente a 15,7 a dicembre 2024, il più alto in quattro mesi, rispetto a 7,4 a novembre e superando le previsioni di 6,5. "Con le elezioni anticipate in arrivo in Germania e le conseguenti aspettative di una politica economica che incoraggia gli investimenti privati, nonché la prospettiva di ulteriori tagli dei tassi di interesse, le prospettive economiche stanno migliorando", ha affermato il presidente ZEW Achim Wambach.

D'altro canto, la valutazione dell'attuale situazione economica ha continuato a deteriorarsi, con l'indicatore delle condizioni attuali in calo a -93,1 da -91,4, rispetto alle previsioni di -93.

USA, CRESCONO LE VENDITE AL DETTAGLIO

Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate dello 0,7% mese su mese a novembre 2024, dopo un aumento rivisto al rialzo dello 0,5% a ottobre e al di sopra delle previsioni dello 0,5%. I dati hanno continuato a indicare una solida spesa dei consumatori durante la stagione degli acquisti natalizi. Gli aumenti maggiori sono stati registrati per le vendite presso i concessionari di veicoli a motore e ricambi online. Sono stati osservati aumenti anche per articoli sportivi, hobby, strumenti musicali e librerie, rivenditori di materiali edili e attrezzature da giardino, mobili, elettronica ed elettrodomestici.

Nel frattempo, le vendite escludendo i servizi di ristorazione, i concessionari di auto, i negozi di materiali edili e le stazioni di servizio, che vengono utilizzati per calcolare il PIL, sono aumentate dello 0,4%.

CANADA, INFLAZIONE IN CALO

Il tasso di inflazione annuale in Canada è uscito all'1,9% a novembre 2024, in calo rispetto al 2% del mese precedente e al di sotto delle aspettative di mercato del 2%. Il risultato è apparso in linea con lo scenario di base della Banca centrale secondo cui l'inflazione CPI dovrebbe rimanere vicina alla soglia del 2% per il prossimo futuro. I prezzi della benzina sono scesi in misura minore, mentre i costi di trasporto hanno accelerato. USD/CAD ancora in ripresa, al di sopra di 1.4300, in un movimento che pare inarrestabile.

Buona giornata.

Saverio Berlinzani



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