-CONTESTO Eccoci al week end, e come tutti i sabati diamo spazio alla lettura del posizionamento dei big plaiers sul mercato dei futures di Chicago. Ci lasciamo alle spalle una settimana decisiva, guidata dalle parole di Powell al simposio di Jackson hole, appuntamento che molti operatori aspettavano per decifrare con maggior chiarezza la strada che la FED avrebbe intrapreso da qui alla prossima riunione di settembre. Prima di ieri, i mercati vivevano una fase di grande incertezza, il dubbio di una FED ancora aggressiva con forti rialzi tassi e la possibilità invece che il calo dell’inflazione portasse ad una view più dovish, logorava gli analisti. I mercati azionari nelle ultime settimane hanno vissuto un discreto rally rialzista , che si fondava sulla speranza che le prime rilevazioni di un’inflazione in calo potessero portare la FED ad azioni meno aggressive, alla possibilità di una pausa attendista per la riunione di settembre e che si aprisse la possibilità di un dietro front già a partire dal 2023. Tutto è stato spazzato via dalle parole di Powell, che ha chiaramente avvertito del lungo percorso che attende l’economia americana prima di poter dire conclusa la lotta all’inflazione. Già negli anni ’80 , la FED ha sottovalutato la corsa dei prezzi, ponendo fine rapidamente alle sue politiche hawkish e dando cosi spazio alla ripresa devastatnte dei prezzi… questo sbaglio non si ripeterà! Le intenzioni della FED sono state chiare: mantenere la linea dura ancora per molto tempo, reprimere la crescita economica fino a che non ci saranno evidenze inequivocabili di rientro dell’inflazione, il che non si prevede ancora per il 2023. Ancora un anno di costo del denaro sostenuto, e raffreddamento dell’economia seppur , oramai ha ammesso anche Powell, i dati della congiuntura macroeconomica stanno iniziano a cedere. Avevano dunque ragione le mani forti, che nelle scorse settimane, durante tutta la salita hanno continuato ad accumulare posizioni nette corte, non assecondando il rally in atto, ma guardando ad orizzonti temporali più ampi Ma procediamo con il consueto ordine: -FOREX: il comprato valutario riparte con gli acquisti di biglietto verde, oramai la forza del dollaro sembra davvero inarrestabile, per quanto i dati che oggi andiamo ad analizzare sono relativi a martedi scorso pertanto non inglobano ancora al reazione degli operati alle parole di Powell. Le mani forti hanno mantenuto comunque salde le loro posizioni nette lunghe dollari, seppur riducendo le loro esposizioni e prendendo parziali profitti. Ci pare oramai inevitabile che la corsa del dollaro americano non sia finità qui.
EURUSD Posizioni nette corte per le mani forti sull’euro, con ben 44109 contratti, giungendo alla massima esposizione netta corta da oltre 2 anni. Poca speranza a questo punto per eurusd, che non trova nella bce un adeguato sostegno al tasso di cambio oramai preda della speculazione. Eurusd sotto la parità, non trova spunti per riconquistare i massimi di agosto a 1.0340-50, ma atacca inesorabilmente i minimi di periodo posti a 0.99. non si escludono pertanto ulteriori approfondimenti e raccomandiamo estrema cautela nel ricercare i minimi. GBPUSD Si tentava al strada delle prese di profitto sulla sterlina, dove le mani forti stavano riducendo le loro esposizioni nette corte giunte oramai a -27966 contratti short. Ma crediamo che anche in questo caso la strada sia tutta in salita. La congiuntura macro della Regno Unito non vive una delle sue fasi migliori, tutt’altro. Continua a salire l’inflazione attalemnte al 10.1% e la BOE prevede un picco al 13%, il che apre la strada ad ulteriori inasprimenti di politiche monetarie da aprte della bancha centrale senza tuttavia avere una base macroeconomica robusta. La possibilità di recessione è davvero altissima. Si attaccano dunque i minimi a 1.1735-1.17 figura, aprendo la strada ad ulteriori affondi ribassisti che mirano oramai a 1.1450-1.14 figura. AUDUSD Pesante ancora il dollaro australiano che guida i ribassi del mondo oceanico, con le mani forti in posizione netta corta a -60028 contratti, mettendo un punto al tentativo di recupero dalle massime sposizione nette corte viste oltre gfli 80000 contratti short. Siamo ora a -60 000 contratti ponendo una macigno sulle possibilità di ripartenza del dollaro australiano. Si torna anche in questo caso ad attaccare i minimi di periodo a 0.6890, puntando a 0.6850 prima e 0.6675 minimi dal 2019. Difficile attualemnte credere che il ciclo ribassista possa invertire, se si considera la possibilità di ribasso che hanno attualmente anche le materie prime e i metalli che da sempre sono legati a doppio filo con le sorti del dollaro austrraliano
-EQUITY: venti di tempesta si prospettano per il comparto equity, che vede vanificate sutte le speranze di ripartenza, con pensanti ribassi visti venerdi, che vanno ben oltr il 3%. Tutti gli indici mondiali chiudo la settimana in territorio negativo, senza dare possibilità a fraintendimenti e dando ancora una volta ragione al posizionamento delle mani forti che rano corti su tutti gli asset equity già da tempo. S&p Rimangono posizionati netti corti i big plaiers sull’S&P con -262 276 contratti e al netto del leggero alleggerimento delle posizioni viste la settimana scorsa, sembra chiaro il sentiment che guida gli operatori in questo momento. La rispsota di venerdi è molto chiara con un ribasso che parte dai 4200 pnt e approda a 4060 pnt. Si apre dunque la strada verso i 3943 pnt prima e 3645 poi.
-METALLI Anche il mondo dei metalli si adegua ancora una volta al ciclo macroeconomico di rallentamento, ancora Powell ha spezzato la possibilità di una ripartenza, pertanto la fase ribassista dei metalli potrebbe non essere terminata ancora, e la forza del biglietto verde non può che aggravare la situazione. GOLD Il gold vede le mani forti long a 125845 contratti, ancora non lontano dalle minime esposizioni degli ultimi 4 anni. Fallisce il tentativo rialzista che non va oltre le reisstenze poste a 1807$ e approda ora a 1736$ aprendo la strada in primis ai minimi di 1722$ e poi a 1680$
EVENTI DA CALENDARIO MACROECONOMICO La prossima settimana il calendario macroeconomico si concentrerà sul mondo del lavoro usa, che oramai è entrato nel mirino della FED e dovrà prima o poi dare i primi segnali di cedimento al fine di dar speranza al contenimento dell’inflazione! buon trading Salvatore Bilotta